Giorni di fine luglio, tra Venice Beach e Santa Monica.
Decidiamo di scendere dal bus su Lincoln Blvd per una bella passeggiata verso Venice Beach. Lungo il marciapiede di Venice blvd, incontriamo un pò di tutto, “personaggi” e auto uscite da film anni 70, come la Lincoln Continental “lowrider” al semaforo di Pacific Ave.

Ci sono ragazzi fermi al semaforo con il surf sottobraccio, alcuni homeless ai lati della strada, i cani nei passeggini, qualcuno vestito da supereroe. Afro-americani e musica rap dai balconi, villette affacciate sui canali.
Dopo circa un’ora, arriviamo sull’Ocean Boardwalk.
Un tramonto da cartolina colora la tribuna del campo di basket dove decidiamo di sederci per gustare un favoloso hot dog comprato al chioschetto all’angolo. L’aria è fresca e l’odore di marjuana è persistente. I raggi del sole filtrano attraverso le palme intorno all’area di gioco, dietro di me un fiume di gente, tavole da surf, skate e biciclette.
Storie di vita in uno dei luoghi simbolo della costa californiana.
Harry Perry
Tra la marea di persone, riesco ad intravedere un uomo con un turbante, una chitarra e dei rollerblades. “Serpeggia” in modo armonico in mezzo alla folla, molti turisti lo notano, si soffermano per una foto e “tirano via”.
Sì, è lui, lo riconosco. Una delle figure leggendarie di Venice Beach: Harry Perry, in arte Kama Kosmic Krusader.
Immancabile, turbante, amplificatore, rollerblades e chitarra… (presente anche nel video dei Red Hot Chili Peppers – The Adventures of Rain Dance Maggie).
Un uomo con una storia incredibile. Potresti ascoltarlo per ore.

Nato a Washington, DC, cresciuto nel Michigan, Harry si trasferisce alla fine degli anni 60 a Los Angeles. È difficile immaginarlo altrove. Icona sul lungo mare più famoso di LA. La sua immagine incarna alla perfezione lo spirito della zona. Eclettico, sorridente, onnipresente, lo puoi trovare dopo il tour dei Grateful Dead o sul palco, come nel tour del 2006 con i System of a Down. Ha suonato con la Harry Perry Band, inclusa una performance di apertura di un concerto dei Jane’s Addiction e Dinosaur Jr. Lo trovi sempre sul #veniceboardwalk tra i fan, suonando per le strade o talvolta in piccoli club. Girano voci sul fatto che Harry abbia ispirato lo Ziggy Stardust di David Bowie… mah… chissà.
I personaggi che incontri qui, sembrano usciti da libri di fantasia. C’è di tutto e di più. Artisti veri, pseudo dottori, pseudo artisti, iper-palestrati, canta storie e molti disagiati, equilibristi della vita, persone ai margini della società.
Ma torniamo a noi, davanti a quel campo di basket.
Il sole sta tramontando, io riprendendo lo zaino, mia moglie scatta foto in loop. È l’ora di rientrare al Motel… ci aspetta una lunga passeggiata. Un sorso di Pepsi, un altro morso al panino, sullo sfondo le urla dei ragazzi tra un canestro e l’altro.
Kevin Short
In quell’istante, spicca tra la gente una figura tale e quale a Gesù, fermo, immobile proprio dall’altro lato del campo. Lo riconosco. Come Harry Perry, è uno dei tanti personaggi “simbolo” di Venice Beach. La somiglianza con Gesù cattura all’istante lo sguardo di chiunque incroci qull’abito talare bianco: Kevin Short, noto anche come Kevin Lee Light è un icona di tutta West Hollywood, protagonista immancabile nelle foto di molti turisti. (Meglio dire, “volevano”, dato che il povero Kevin ci ha lasciato nel 2018… R.I.P.).

Garantisco, vederlo tra la folla è un immagine psichedelica, surreale. Celebrità molto famosa su Sunset Boulevard, tanto che è apparso nei video musicali di Lana Del Rey e Aerosmith.
Racconti e storie di vita da ascoltare dietro a semplici selfie per turisti.
Beh… a questo punto, dopo l’incontro con Harry Perry e “Jesus”, è il momento di tornare verso il nostro Motel. Per molti turisti Venice Beach è l’inferno, per altri il paradiso. Si ama o si odia, non esiste una via di mezzo. Un melting pot di culture, colori e storia della musica. Davvero un posto incredibile.
Forse, ha perso un pò di smalto negli ultimi anni, ma se ti fai una passeggiata da queste parti, riesci ancora a respirare l’atmosfera Californiana di un tempo.
“Mi resi conto all’improvviso che mi trovavo in California. Caldo, aria balsamica – un’aria che si poteva baciare − e palme”.
(Jack Kerouac, On the road)