Non sono mai stato a Los Angeles. Il prossimo anno per me sarà la prima volta. Michele, il mio compagno di viaggio, invece c’è già stato e ne è innamorato.
Le grandi città non sono per me un’attrattiva come ad esempio i parchi e la natura selvaggia. C’è però una cosa che mi incuriosisce della Città degli Angeli e che non vedo l’ora di vedere, provare e sentire: Venice Beach e il tramonto su quella mitica spiaggia.
Adesso interrompete per un attimo la lettura.
Aprite questo video e lasciate che la musica vi faccia da sottofondo.
Si tratta di “Surfer Girl”, una canzone dei Beach Boys del 1963, presente nell’omonimo album, il terzo per la precisione del gruppo surf-rock statunitense.
Adesso, vi voglio raccontare una storia. La storia di un incontro che ho vissuto nei miei pensieri ascoltando questa struggente romanza.
Chiudete gli occhi per un attimo e immaginatevi di essere con me nel 1963 sulla spiaggia di Venice a Los Angeles…
Le onde alte dell’Oceano Pacifico s’increspano a ridosso della riva. Davanti a me ragazzi con la tavola da surf che cavalcano le onde con risultati più o meno soddisfacenti. Un ragazzo, biondo coi capelli lunghi riesce a spiccare su tutti dimostrando maestria ed estro nel rimanere in piedi sulla cresta dell’onda. Alle mie spalle la Ocean Front Walk con le sue caratteristiche palme.
Poco dopo, sento dietro di me smuovere la sabbia e vedo avvicinarsi una ragazza. Piccola, minuta, abbronzatissima, che abbraccia con difficoltà una tavola enorme rispetto alla sua esile persona. Si ferma per un attimo ad ammirare quel tramonto con le onde che si mettono in mezzo tra i suoi occhi ed il sole rosso fuoco.
Ad un tratto, tra un onda e l’altra, sbuca la figura del ragazzo biondo che si frappone perfettamente tra il sole e gli occhi della ragazza. Lui sapeva che sarebbe venuta a surfare. Lei sperava che lui fosse lì.
La ragazza si avvicina al bagnasciuga e mette a terra quel pezzo di legno levigato fin troppo pesante, e con non poca difficoltà vi sale sopra nuotando contro corrente affrontando onde maestose. Vedo i suoi occhi dello stesso colore del mare brillare e sorridere di gioia nel mentre che si avvicina verso il suo “principe azzurro”.
La ragazza è innocente, un po’ goffa ed impacciata con la tavola da surf, ma a lui non interessa. Sono innamorati, lo sono sempre stati. Ma solo in quel momento, nuotando affiancati sdraiati di pancia sulla tavola verso il sole infuocato del tramonto californiano suggellano il loro amore.
Sto bene. Sto seduto a guardare uno dei tramonti più belli del mondo a gambe stese con i palmi delle mani appoggiate sulla sabbia appena dietro le spalle. Il profumo dell’oceano mi inebria.
Gli Stati Uniti, la California, Los Angeles, Venice, gli anni ’60, il tramonto, l’amore.
Little surfer little one
Made my heart come all undone
Do you love me, do you surfer girl
Surfer girl my little surfer girl
Apro gli occhi, e sono ancora lì.
