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I nostri sogni in Stand-by, la bellezza del vivere

Mi fermo a riflettere. Penso: “è assurdo tutto questo”.

Rileggo il numero dei morti in un solo giorno. Troppi. Un incubo, come i camion dell’esercito in una triste fila infinita.

Voglio che tutto questo ci serva di lezione. Chiusi in casa, dietro la nostra trincea virtuale. Tutto quello che avevamo programmato, in un attimo svanisce. Il nostro nemico è invisibile, per questo sembra invincibile. Silenzioso e opportunista delle nostre fragilità.

I nostri sogni, sono finiti in una botola profonda e buia nella quale non abbiamo accesso. Tristezza e incredulità si aggrappano al quel filo labile di speranza di poter riprendere la nostra vita. I nostri progetti, le nostre passeggiate, i nostri viaggi. Più semplicemente tornare ad abbracciarsi. Un gesto tanto semplice quanto lontano.

La primavera, il primo caldo, di nuovo pronti a sbocciare verso la bella stagione. Poi è arrivato come un cazzotto al petto il nome Pandemia. Ha iniziato a prenderci a pugni, noi messi alle corde tra le nostre mura di casa. I politici lanciano parole con crudele incertezza. Le persone ci lasciano nel silenzio e nella solitudine del nemico invincibile.

Guardo dalla finestra le strade deserte, sento il silenzio nelle strade. Surreale e tristemente vero. Guardo mia figlia giocare in questo profondo cambiamento di vita.

I medici sono diventati eroi. Il mondo dello sport silenzioso, scomparso improvvisamente. Sperimentiamo il nostro tempo, riflettiamo sul nostro vivere. Guardiamo dentro di noi, per riscoprire ciò che la frenesia della vita aveva offuscato. Riscopriamo l’essenziale, camminiamo a piedi invece di prendere l’automobile per fare due metri. Restiamo in silenzio quando fuori c’è rumore. Amiamo follemente la nostra vita, dedichiamo più tempo alle persone care. Prendiamoci cura di noi stessi e dei nostri bambini, riscoprendo insieme a loro la creatività. Fermiamo il tempo, sorridiamo di più, cerchiamo di essere meno “costruiti”.

Abbiamo riscoperto la bellezza di camminare nel nostro giardino, quando il viaggio più lungo è la camera da letto. Di colpo, i baci e gli abbracci hanno ritrovato il loro peso specifico. Un gesto profondo, dal valore assoluto. I nostri nonni, non dovranno mai più essere dimenticati, marginali nella piramide delle nostri priorità. Loro sono i custodi della nostra vita, la parte più saggia della nostra crescita.

La morte silenziosa di questi giorni deve far riflettere sul vero significato di vivere. Anime portate via come in guerra. Senza un fiore, senza una carezza dei suoi cari. Aride sensazioni, che travolgono chiunque abbia un po’ di cuore.

Torniamo a prenderci cura delle cose che contano davvero. Lasciamo in un angolo la superficialità.

È ora di tornare a vivere.

È ora di riprendere in mano i nostri sogni.

Michele Cecchinelli

Pontederese classe '80. Trasferito a Firenze per seguire gli studi artistici. A Milano ho trovato una moglie siciliana. Da qualche anno adottato a Cascina (PI) in una dimensione piacevolmente bucolica. Musicomane per tradizione familiare, ho i cromosomi del viaggiatore "zaino a spalla".

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