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SOLANA BEACH, CA - DECEMBER 03: B.B. King performs onstage at Belly Up Tavern on December 3, 2013 in Solana Beach, California. (Photo by Daniel Knighton/Getty Images)

BBQ e B.B. King

Lo “smoker barbecue” e la musica sono vere e proprie religioni negli USA.

Fiamme ardenti, fiamme che scaldano l’anima nelle regioni del “Southern”, nei lunghi affumicatori accesi dalle 3 del mattino o dentro al cuore di chi ha già un destino segnato nel palcoscenico mondiale del Blues.

Leggende che raccontano uno stato, dove le radici del blues e del BBQ sono pietre miliari di una cultura afroamericana tipica di queste zone.

I famosi “smoker barbecue”, gli affumicatori tipici degli stati del sud

Da Est a Ovest, uno degli stati che fonde perfettamente queste due leggende della filosofia USA è sicuramente il Mississippi: attraverso il fiume, è passata gran parte della storia americana. I nativi lo chiamavano il “padre delle acque” e, proprio su quelle stesse acque, all’inizio dell’Ottocento navigavano i battelli dei negrieri che approdavano poi nei porti più importanti per vendere i loro schiavi.

Bessie Smith cantava nella sua “Homeless Blues”, miserabile casa di due stanze, ma era la mia casa, la mia dolce casa…

Tra la natura rigogliosa nata lungo le sponde del fiume, tra affumicatori e lunghi bracieri, risuona la musica e la leggenda di uno dei maggiori esponenti del Delta Blues.

Il cartello di ingresso nello stato del Mississippi

I latini ci insegnano “nomen omen”, come dire, Il tuo destino è nel tuo nome. E uno, il cui nome fa Riley B. King il destino lo ha già segnato fin dalla nascita.

Riley nasce a Itta Bena il 16 settembre 1925. Trascorre la sua infanzia con la madre e la nonna, lavorando come contadino nei campi di cotone; veniva pagato 35 centesimi per ogni 100 libbre (45 kg) di cotone che raccoglieva.

Nei campi di cotone si intonavano canti gospel, per smorzare la fatica sotto il sole caldo e umido del Mississippi. Così il giovane King, ben presto si appassiona alla musica “gospel”, ai cantanti neri come T-Bone Walkere Lonnie Johnson e artisti jazz come Charlie Christiane Django Reinhardt.

Ancora ragazzino comincia ad esercitarsi cantando nella chiesa del paese, così a metà degli anni ’40 si trasferisce a Memphis e con l’aiuto del cugino, chitarrista country blues affina la sua tecnica.

Giorno dopo giorno, la sua tecnica diventa più tagliente, le dita sulla corde della chitarra scorrono più fluide, le melodie incredibilmente blues. Comincia a trasmettere la sua musica dal vivo sulla radio di Memphis WDIA come disc-jockey, usando il nome The Pepticon Boy, che più tardi divenne The Beale Street Blues Boy: il nome fu poi abbreviato a Blues Boy e, infine, a B.B.

Da lì in poi, raccontiamo di una leggenda del blues, a cui centinaia di musicisti si sono ispirati, tra cui il suo grande amico fraterno (come lo chiamava lui) Eric Clapton.

Inseparabile dalla sua mitica chitarra “Lucille”, una Gibson semi-acustica, da quando, nel lontano 1949, in una fredda sera d’inverno, stava suonando in un locale da ballo nell’Arkansas. Per riscaldare il locale era stato acceso un barile contenente del kerosene. Due uomini incominciarono a litigare, facendo cadere il barile contenente il kerosene infuocato sul pavimento. Questo scatenò un incendio e la conseguente evacuazione. Una volta giunto fuori dal locale, King si rese conto di aver lasciato la sua chitarra, appunto una Gibson semi acustica, nell’edificio in fiamme. Decise, nonostante il pericolo, di rientrare per recuperala. Era troppo importante riprendere ciò che faceva parte della sua anima. Il giorno dopo, scoprì che i due uomini avevano litigato per una donna chiamata Lucille. Da quel momento, decise di chiamare Lucille la sua prima chitarra.

Il resto è storia.

B.B. King e la sua “Lucille”

Come poteva finire allora la vita di B.B. King, se non con un canto gospel in una chiesa battista nel Delta del Mississippi?

Durante il nostro itinerario, andremo a rendere omaggio a questa leggenda assoluta della musica Blues, a toccare con mano i luoghi che hanno segnato un epoca musicale, a sentire i profumi dolci amari di questa regione unica e affascinante.

Buona vita.

Michele Cecchinelli

Pontederese classe '80. Trasferito a Firenze per seguire gli studi artistici. A Milano ho trovato una moglie siciliana. Da qualche anno adottato a Cascina (PI) in una dimensione piacevolmente bucolica. Musicomane per tradizione familiare, ho i cromosomi del viaggiatore "zaino a spalla".

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